martedì 11 luglio 2006

Parole sudate

(avrei dovuto scriverlo ieri sera... invece mi sono tenuto da parte i concetti e li ho stesi in ufficio...)


Caldo. Caldo umido nella notte di Milano. La televisione nell’altra stanza cerca di distrarmi. Dovrei chiudere la porta, in modo da aprire l’accesso al mondo di cui vorrei scrivere, ma il caldo della sera mi dissuade. E allora scrivo sudando.

 

I quattro racconti di Mor sono pronti da mesi. Collaudati, riletti, sistemati. Eppure c’è sempre un nuovo colpo di cesello da dare, una nuova limatura. La storia “collante” procede. Basata su ricordi, su memorie, su riflessioni e pensieri. I personaggi parlano per contro proprio. Meravigliato assisto alla nascita delle loro personalità, ai loro riufiuti quando io vorrei facessero cose che sono contrarie al naturale evolversi della storia. Qualcuno ha scritto che creare racconti equivale a portare alla luce i resti di una storia: è un lavoro archeologico, da fare con metodo, con cura. Non importa dove vorremmo che la storia vada: la storià è già arrivata alla sua conclusione, siamo noi che dobbiamo scoprire dove termina la strada.

 

E allora vado avanti. La storia ambientata nell’Amsterdam dei vivi procede. Un altro tassello inserito. Un nuovo pilastro a sostegno dell’edificio che si chiamerà Memorie dalla Città dei Morti.

L’obiettivo è completare la prima stesura entro la fine dell’estate. Dare una sistemata veloce e lasciare il tutto a riposare per un paio di mesi. A quel punto sarà la volta de Le Corazze di Cahmlat. E poi toccherà nuovamente a Mor: seconda stesura. Terza. E poi saremo pronti. Nuovamente. Per altri sudori: freddi.

6 commenti:

  1. Complimenti per il tuo lavoro certosino, spero ti porti lontano. Il titolo mi ha ricordato un quadro che Hitler teneva nel suo studio, un quadro inquietante: l'isola dei morti. Sì, mi pare si chiamasse in questo modo. Qualcuno guadava un fiume scuro (caronte?) verso l'isola dei morti abitata da figure tenebrose e costitituita da una fitta vegetazione tenebrosa.

    RispondiElimina
  2. Scusa, nel commento ho scritto due volte la parola "tenebrosa", da sostituire con "sinistra". Baci

    RispondiElimina
  3. Ahi ahi... spero di approdare a sorti migliori. In realtà sembra un lavoro fosco ed è un'altra ghost story, ma è tutto intriso di positivismo (sono le uniche storie di spettri e horror che riesco a far legge alla mia Simy!).

    Il titolo completo sarà una cosa molto complessa ;)
    faccio prima a mandarti una mail con quello che ho in mente, perché non ho ancora imparato a mettere le immagini da pc... :(

    RispondiElimina
  4. Eh! Finalmente sono riuscito ad accedere a questo blog con una identità!

    Vai così con Mor, o TenaceKryss!!!!

    RispondiElimina
  5. Come ti capisco. Quella delle storie gia scritte è una verità che solo quando si decide di scrivere si capisce.
    Ho passato notti intere ad osservare turbata le scelte e le decisioni prese dai miei personaggi. Ore impiegate ad osservare dove queste le avrebbero portate, il tutto quando in mente avevo ben altre situazioni.
    Ma alla fine credo sia questo il bello di scrivere, è un pò come esplorare una storia, scoprendone risvolti sempre nuovi, entusiasmandosi e soffrendo insieme ai protagonisti, proprio come se noi stessi fossimo parte del mondo che un tempo avevamo deciso di creare.

    Ok, se ho scritto in modo strampalato non farci caso, ho l'antistaminico che scorre libero mescolandosi al sangue e tutto ciò mi intontisce non poco.

    Ps. E' il tuo il libro in valutazione da Asengard?
    Baci

    RispondiElimina
  6. Ciao, tranquilla per le parole in libertà: è un modo che mi piace molto.

    No al momento il mio romanzo è ancora in lettura. Sarà in valutazione tra qualche tempo.
    Cuore a mille.

    RispondiElimina