martedì 26 febbraio 2008

Assist

Sabato 23 ho fatto da relatore alla presentazione di Ester, ad Arona, nella libreria che praticamente l'ha vista crescere come lettrice.


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Qualche considerazione... le presentazioni in libreria sono molto importanti: ti permettono di essere presente e farti conoscere. Ester ha venduto tutto l'assortimento di L'Abbraccio delle Ombre presente alla Librami di Arona. Davvero un gran bel colpo. Era riuscia a ottenere copertura sulla Stampa e almeno due persone si sono presentate grazie all'articolo su quel giornale. Se riusciamo a prendere una presentazione in qualche libreria è importante avvisare e invitare qualche giornale locale.
Altra cosa: le ho fatto da relatore. Non è stato male: le ha permesso di arrivare alla presentazione senza vivere l'imbarazzo di dover rompere il ghiaccio. Può tornare comodo avere un relatore a eventuali prossimi eventi, soprattutto, ovviamente, se si tratta di un nome di grido.
Nel frattempo rifletto su come portare avanti il nuovo romanzo. Ho superato le 200.000 battute e le 110 pagine. Si avvia a essere una storia importante e sono intorno alla metà della storia. Mi devo procurare un modulo per autopsia, o parlare con qualcuno che ne ha visto uno. Poi mi servirà un modulo per rapporto della polizia... E non sono cose che puoi semplicemente richiedere. Forse Internet potrà aiutarmi, ma se trovo fonti dirette e umane è meglio.


domenica 17 febbraio 2008

Zitti zitti...

Zitti zitti diceva il personaggio di De Vito in L.A. Confidential.


Zitti zitti...


Lo diceva perché era la testata della sua rivista, ma anche perché era importante la risevatezza. Riservatezza per coprire dei segreti, ma anche necessaria quando qualche progetto si muove piano piano ed è così debole che basta troppa attenzione per rovinarlo. Ne "Il Gladiatore" l'imperatore Marco Aurelio, parlando di Roma dice che era... "come un sogno, così debole che sarebbe bastato un soffio per farla scomparire". Ebbene, mi ritrovo così: ci sono un sacco di idee in ballo. Idee e progetti per Legame Doppio, ma non solo. Attività promozionali, idee, progetti... ma non ne si può parlare. Eppure è bello darsi da fare: sicuramente è molto meglio che non restare semplicemente ad aspettare che le librerie si accorgano che si può fare narrativa anche senza avere grandi nomi...


e allora andiamo avanti a lavorare, da "bravi artigiani" come diceva Giovanni Ingellis... e in attesa di portare a termine qualcosa... Zitti zitti!

venerdì 8 febbraio 2008

Belva territoriale

Questo post avrebbe dovuto intitolarsi Punto di Non Ritorno ma poi, dopo aver scoperto che hanno cercato ancora di rubare la bici con cui vado al lavoro, mi è montata dentro una tale rabbia che ho pensato di cambiare titolo... e immagine.


Il mio nuovo romanzo è una belva che percorre i confini della sua autonomia nella mia mente e li difende mostrando i denti. Quando impegni o lavoro sconfinano, lei balza fuori e mi azzanna. Mi trascina giù e non mi lascia fino a quando non apro il portatile e mi rimetto a scrivere.


Quando ho cominciato la stesura di Legame Doppio, il primo giorno di scrittura, non sapevo dove sarei arrivato. L'idea era ancora nebulosa e i dettagli non erano stati stabiliti o delineati. Si è trattato di un pomeriggio di scrittura, un sabato pomeriggio primaverile (e sì, sentivo i piccioni fuori dalla finestra aperta se qualcuno vuole proprio saperlo). Improvvisamente mi sono ritrovato con i primi tre capitoli stesi e conclusi ed è stata una vera sorpresa, perché il modo in cui le scose scorrevano dal quel posto buio e tumultuoso dietro i mei occhi, attraverso le dita, giù fino al monitor è stato davvero prodigioso. Come dice Terry Brooks, a volte la magia funziona.


In seguito, ancora incredulo di quanto era accaduto, mi dicevo non lo so se questo sarà un romanzo, non lo so se riuscirò a concluderlo; di sicuro, se supero le 100 pagine, allora dovrò per forza finirlo. Ci sono voluti parecchi mesi di assiduo e costante lavoro, ma alla fine Legame Doppio è uscito dal limbo, urlante e scalciante, e si è manifestato nella spettacolarità delle sue quasi 600 pagine di mole originaria (oh, sì: credo nei tagli pesanti in fase di revisione, li reputo fondamentali).


Ebbene, mentre DEADective Stories attende sospeso tra due realtà - quella del manoscritto in un cassetto e quella del progetto avviato, condizione ideale (???) per una storia di fantasmi - il nuovo progetto ha preso violentemente vita. Non ha ancora un titolo - ci sto pensando e scarto idee in continuazione, divertendomi di come questo processo sia naturale... tanto so che il titolo lo troverò quando avrò finito - ma ha una sua identità ben distinta. Il nuovo progetto è una bestia feroce: ha i suoi spazi, i suoi tempi, il suo territorio che difende strenuamente e che marca in continuazione (e riesce a tenere il lavoro e le preoccupazioni lontani dai confini che ha stabilito nella mia sfera di attenzione) e i suoi apetiti. Il nuovo progetto ha già superato le sue 100 pagine, con una scena di terrore di cui sono particolamente orgoglioso. Sarà un vero romanzo horror.


Sì, horror (con morte, terrore, sangue ed elementi sovrannaturali).


Sì, romanzo (con un unico arco narrativo, con personaggi che si evolvono e cambiano, con intrecci e sottotrame).


Più di 200 mila caratteri, oltre 100 pagine... ha raggiunto e superato il punto di non ritorno e a questo punto sono davvero in sua balia. Oh, felice abbandono.