venerdì 8 febbraio 2008

Belva territoriale

Questo post avrebbe dovuto intitolarsi Punto di Non Ritorno ma poi, dopo aver scoperto che hanno cercato ancora di rubare la bici con cui vado al lavoro, mi è montata dentro una tale rabbia che ho pensato di cambiare titolo... e immagine.


Il mio nuovo romanzo è una belva che percorre i confini della sua autonomia nella mia mente e li difende mostrando i denti. Quando impegni o lavoro sconfinano, lei balza fuori e mi azzanna. Mi trascina giù e non mi lascia fino a quando non apro il portatile e mi rimetto a scrivere.


Quando ho cominciato la stesura di Legame Doppio, il primo giorno di scrittura, non sapevo dove sarei arrivato. L'idea era ancora nebulosa e i dettagli non erano stati stabiliti o delineati. Si è trattato di un pomeriggio di scrittura, un sabato pomeriggio primaverile (e sì, sentivo i piccioni fuori dalla finestra aperta se qualcuno vuole proprio saperlo). Improvvisamente mi sono ritrovato con i primi tre capitoli stesi e conclusi ed è stata una vera sorpresa, perché il modo in cui le scose scorrevano dal quel posto buio e tumultuoso dietro i mei occhi, attraverso le dita, giù fino al monitor è stato davvero prodigioso. Come dice Terry Brooks, a volte la magia funziona.


In seguito, ancora incredulo di quanto era accaduto, mi dicevo non lo so se questo sarà un romanzo, non lo so se riuscirò a concluderlo; di sicuro, se supero le 100 pagine, allora dovrò per forza finirlo. Ci sono voluti parecchi mesi di assiduo e costante lavoro, ma alla fine Legame Doppio è uscito dal limbo, urlante e scalciante, e si è manifestato nella spettacolarità delle sue quasi 600 pagine di mole originaria (oh, sì: credo nei tagli pesanti in fase di revisione, li reputo fondamentali).


Ebbene, mentre DEADective Stories attende sospeso tra due realtà - quella del manoscritto in un cassetto e quella del progetto avviato, condizione ideale (???) per una storia di fantasmi - il nuovo progetto ha preso violentemente vita. Non ha ancora un titolo - ci sto pensando e scarto idee in continuazione, divertendomi di come questo processo sia naturale... tanto so che il titolo lo troverò quando avrò finito - ma ha una sua identità ben distinta. Il nuovo progetto è una bestia feroce: ha i suoi spazi, i suoi tempi, il suo territorio che difende strenuamente e che marca in continuazione (e riesce a tenere il lavoro e le preoccupazioni lontani dai confini che ha stabilito nella mia sfera di attenzione) e i suoi apetiti. Il nuovo progetto ha già superato le sue 100 pagine, con una scena di terrore di cui sono particolamente orgoglioso. Sarà un vero romanzo horror.


Sì, horror (con morte, terrore, sangue ed elementi sovrannaturali).


Sì, romanzo (con un unico arco narrativo, con personaggi che si evolvono e cambiano, con intrecci e sottotrame).


Più di 200 mila caratteri, oltre 100 pagine... ha raggiunto e superato il punto di non ritorno e a questo punto sono davvero in sua balia. Oh, felice abbandono.


3 commenti:

  1. Urca! C'è ancora un ladro di biciclette? dove è successo? _a cinecittà...

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  2. A parte il dentino minaccioso, presenti un morbido pelo, suppongo lo perderai...
    (scherzo naturalmente)

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  3. Eh... dentino e pelo non sono miei, ma a volte sarebbe bello saper mostrare i denti in quel modo! Se per "perdere il pelo" intendevi che comunque "non avrei perso il vizio" soprattutto per lo scrivere... hai ragione da vendere!

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