giovedì 22 febbraio 2007

L'attesa

 


dov


La parte peggiore di qualunque evento, di qualunque processo o esperienza, per me, è l'attesa: rimanere a guardare e aspettare.


È quando tutto quello che potevi fare è stato fatto, la cosa non dipende più in alcun modo da te. Altri fattori entrano in gioco, fattori ignoti e sconosciuti. Qualcuno prende dalle tue mani, o da quelle di chi ti è vicino, le redini o le pedine del gioco, e tu rimani lì. In silenzio e in attesa.


E l'attesa si riempie di silenzio. E il silenzio si riempie di buio. E nel buio ci sono cose brutte. Cose brutte che sussurrano "e se...?"

martedì 13 febbraio 2007

L'assedio

Io ho sempre visto il romanzo come un enorme castello scuro che deve essere attaccato, un bastione da espugnare con la forza o con l’inganno. Caratteristica del castello è che sembra aperto. Non appare munito per far fronte a un assedio: il ponte levatoio è abbassato, le porte sono spalancate. Non ci sono arcieri sulle torrette. Il guaio è che in realtà esiste una sola via d’accesso sicura; ogni altro tentativo di penetrare all’interno provoca l’annientamento improvviso a opera di un marchingegno segreto.




 


Così, a pagina 417 dell’edizione Sperling Paperback, Stephen King parla del processo di creazione e stesura di un nuovo romanzo, puntando il dito sulla difficoltà di far germogliare il tenero virgulto di ispirazione che a un certo punto scopriamo nelle profondità dei nostri pensieri. È là, spuntato all’improvviso quando due idee convincenti si sono unite e combinate. Troppa acqua all’improvviso e lo anneghiamo; troppo poca e si seccherà. Mi ritrovo con un simile virgulto, con una nuova fortezza da prendere con la spada e con la torcia. Sono al corrente di questa nuova fortezza da quasi un anno, mi sono ritrovato a pensare alla sua forma e ai suoi colori – e ai personaggi che la abitano – ormai da mesi. Ma solo all’inizio del 2007 ho cominciato a schierare le truppe, a preparare le catapulte e a far provviste per l’imminente assedio.


Ieri, dopo un po’ di tempo che mi rendevo conto della necessità di qualcosa di speciale, sono rimasto a casa dal lavoro. Un po’ di commissioni per la nostra nuova vita e poi via… PC acceso, Word aperto, fogli al mio fianco, il moleskine con gli appunti a disposizione. Ho prodotto quindici pagine (quando per settimane ne avevo solo tre o quattro), cambiando direzione rispetto all’attacco iniziale e variando cose e poi… poi la magia: quando alle 20:00 è venuto il momento di spegnere il computer avrei voluto andare avanti fino a mezzanotte! E anche a letto, non facevo altro che pensare al nuovo romanzo!


Come mai?


Forse perché prima di ogni grande sforzo serve sempre avere un attimo di raccoglimento, per stendere un buon piano e per manovrare.


L’assedio è cominciato.


Ancora una volta alla breccia, amici miei!


 

lunedì 5 febbraio 2007

Blog al quadrato

Il blog di Asengard Edizioni si espande e si evolve... evviva: è online il mio primo intervento che parla dell'avventura di Legame Doppio. Che vita meravigliosa.


 


Lo si legge qui: http://www.asengard.it/blog/


e presto ci saranno anche gli interventi di Uberto!


 


ASE