martedì 13 febbraio 2007

L'assedio

Io ho sempre visto il romanzo come un enorme castello scuro che deve essere attaccato, un bastione da espugnare con la forza o con l’inganno. Caratteristica del castello è che sembra aperto. Non appare munito per far fronte a un assedio: il ponte levatoio è abbassato, le porte sono spalancate. Non ci sono arcieri sulle torrette. Il guaio è che in realtà esiste una sola via d’accesso sicura; ogni altro tentativo di penetrare all’interno provoca l’annientamento improvviso a opera di un marchingegno segreto.




 


Così, a pagina 417 dell’edizione Sperling Paperback, Stephen King parla del processo di creazione e stesura di un nuovo romanzo, puntando il dito sulla difficoltà di far germogliare il tenero virgulto di ispirazione che a un certo punto scopriamo nelle profondità dei nostri pensieri. È là, spuntato all’improvviso quando due idee convincenti si sono unite e combinate. Troppa acqua all’improvviso e lo anneghiamo; troppo poca e si seccherà. Mi ritrovo con un simile virgulto, con una nuova fortezza da prendere con la spada e con la torcia. Sono al corrente di questa nuova fortezza da quasi un anno, mi sono ritrovato a pensare alla sua forma e ai suoi colori – e ai personaggi che la abitano – ormai da mesi. Ma solo all’inizio del 2007 ho cominciato a schierare le truppe, a preparare le catapulte e a far provviste per l’imminente assedio.


Ieri, dopo un po’ di tempo che mi rendevo conto della necessità di qualcosa di speciale, sono rimasto a casa dal lavoro. Un po’ di commissioni per la nostra nuova vita e poi via… PC acceso, Word aperto, fogli al mio fianco, il moleskine con gli appunti a disposizione. Ho prodotto quindici pagine (quando per settimane ne avevo solo tre o quattro), cambiando direzione rispetto all’attacco iniziale e variando cose e poi… poi la magia: quando alle 20:00 è venuto il momento di spegnere il computer avrei voluto andare avanti fino a mezzanotte! E anche a letto, non facevo altro che pensare al nuovo romanzo!


Come mai?


Forse perché prima di ogni grande sforzo serve sempre avere un attimo di raccoglimento, per stendere un buon piano e per manovrare.


L’assedio è cominciato.


Ancora una volta alla breccia, amici miei!


 

3 commenti:

  1. Beh allora buon assedio. Spero che questo attacco sia positivo come sempre. Ci aspettano mesi in cui ti vedrò attaccato al pc a scrivere, ma sai, veramente ne sono felice. Come diceva ieri sera la signora Ermanna, amare è volere il bene dell'altro. E io ti amo tanto quindi temo che scriverai per SEMPRE.

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  2. Ha ragione Simo, amare è volere il bene dell'altro. Non possiamo comprendere sempre tutto delle persone che amiamo, però possiamo condividere i momenti di gioia e quelli difficili. Non potremo mai sapere tutto dell'altro, non potremo mai capire fino in fondo ogni cosa che lo riguarda, ma finché ci sarà l'amore tutto il resto che importa? Forse si era capito dal mio messaggio, ma mi sono presa una bella cotta. Non credo sia ricambiata, però. Tra l'altro sono due giorni che non lo vedo.. :-(
    Chris ma quando esce LEGAME DOPPIO? Qui si freme!

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