giovedì 29 gennaio 2009

Creatori di mondi


Nel validissimo corso di scrittura che sto seguendo assieme a due personaggi di tutto rispetto (http://snipurl.com/axnkp  & http://snipurl.com/axnjf) si parla degli elementi che compongono la narrazione. Tra questi spiccano i contendenti, i competitori, coloro che incarnano il conflitto su cui si basa una narrazione efficace. Questo conflitto può essere tra elementi non del tutto concreti (un personaggio e il suo desiderio di libertà, la protagonista e il tempo, ecc.), oppure tra figure contrapposte. Queste incarnano veri e propri mondi differenti (un padre in lotta con il figlio, un soldato e il suo nemico, un angelo e un demone, ecc.). Affinché i personaggi piacciano, convincano e avvincano, i loro mondi devono essere convincenti e credibili. Perché questo avvenga, il narratore deve poter creare mondi articolati, affascinanti, plausibili. Più un mondo è "reale", maggiore sarà il suo impatto nei confronti del lettore e maggiore la "forza" del personaggio, che risulterà quindi più convincente e interessante (non tanto gradito, perché magari è un personaggio "negativo" ma convincente). Questi mondi sono composti da elementi narrativi (presi a prestito dall'antropologia) che li influenzano e li caratterizzano: TOPOS - ambiente, ETHOS - comportamento, EPOS - memoria, TELOS - futuro, LOGOS - codici, GENOS - legami interpersonali, KRONOS - cambiamento. Questi elementi sono in relazione tra di loro e si influenzano vicendevolmente, sebbene molti antropologi evoluzionisti siano pronti a scommettere che il principale elemento sia il TOPOS. L'ambiente infatti è il primo caratterizzatore delle culture.




Mentre ascoltato tutto questo, pensavo a Battlestar Galactica: l'epopea di un popolo (genos) alla ricerca di una nuova patria (telos) che riesce a sopravvivere ricreando la propria società (ethos e logos) durante un esodo di massa (kronos) verso una meta leggendaria (epos).
Sebbene la flotta dei sopravvissuti costituisca l'ambiente in cui la storia si sviluppa (topos) è l'assenza dei loro mondi che crea la storia: il TOPOS viene annientato nei primi passaggi narrativi. Una narrazione efficacissima (ogni personaggio è un vero mondo a parte) dove l'assenza di uno degli elementi sorregge tutta la saga (che poi non è neanche del tutto vero, perché esistono molti ambienti).



Quella dell'epopea di un popolo in fuga è un'idea che mi affascina molto e sebbene ci siano eminenti precedenti (dall'Eneide in poi), non è da escludere che io non provi ad assaggiare questa narrazione. Di sicuro dovrò studiare. Al momento la cosa più valida di questo corso è l'indicazione degli errori da non commettere (indicazione implicita: nessuno punta indici!). Sono molto soddisfatto dall'aver scoperto che alcuni degli elementi che meno mi piacciono negli scritti di certi scrittori (la ricercatezza di termini aulici, la costruzione di popoli poco credibili, il ricorrere a lingue e noni inventati per poi tornare all'inglese, personaggi piatti o il non pensare alle conseguenze o alle origini delle personalità) e che quindi avevo interpretato come debolezze sono proprio errori e scivoloni. Certo, almeno secondo quanto detto da questo corso... perché poi rimane un'unica grande regola immutabile: de gustibus non disputandum est.


martedì 27 gennaio 2009

Writers of the Storm

Sono molteplici le fonti distrazione. E non parlo solo di quegli imput che distolgono dal lavoro che stai facendo, quanto di tutte quelle cose che possono farti deviare dalla strada che hai scelto. Impegni di lavoro, parenti, amici. La vita irrompe prepotentemente, ti prende per il bavero oppure - più spesso - per la collottola, ti scrolla e ti sogghigna. "Cosa vorresti fare, eh?!? Dove volevi andare? Non lo sai che il tuo posto è questo? Non lo sai che sono queste le cose che puoi fare... e basta?!?".




Si tratta di una vera tempesta, la vita, che cerca di stracciarti le vele, di strapparti il timone, ha correnti sotterranee che cercando di portarti fuori rotta. Serve un timoniere molto saldo per rimanere sul percorso prefissato. E serve un bravo pilota per leggere i portolani e tracciare la rotta. E poi... serve il costante, istancabile, ingrato e monotono compito di remi e muscoli. schiene curve e dita danzanti. Solo così si può arrivare alla fine. Solo così si può giungere all'ultimo giro di correzioni senza mollare tutto lungo la via. E poi? E poi bisogna scegliere cosa fare, a chi affidare questo nuovo sogno messo su carta.

giovedì 22 gennaio 2009

A denti stretti

La mente umana ricerca la sicurezza nella routine. La normalità di cose preordinate e quindi affidabili, fornisce al nostro inconscio la sicurezza che questo giorno sarà simile al precedente e, se il precedente nessun mostro è venuto a divorarci dal buio fondo della notte, allora probabilmente ce la caveremo anche oggi. Per questo motivo l'ordine viene inconsciamente percepito come un rifugio sicuro. La simmetria, la pulizia, una sequenza ordinata di eventi sono cose "positive". Questo ha fatto sì che uno dei più efficaci - e quindi usati - meccanismi narrativi si basasse proprio sull'ordine, sulla sua distruzione e rinascita. Praticamente qualunque grande racconto si basa su questa formula. Per esempio... in Inghilterra una volta c'era un re. Poi il re cadde e il regno piombò nel caos. Infine un giovinetto estrasse la spada dei re e cominciò una nuova era. Ordine, disordine, nuovo ordine: una saga secolare. Questa formula - che ricorre nelle fiabe (non per nulla i bambini amano sentirsi raccontare sempre la stessa fiaba perché così assistono alla riaffermazione delle certezze su cui stanno costruendo la propria personalità) in realtà si ripete anche nella nostra vita. La ricerca dell'ordine è uno dei nostri obiettivi. E se questo viene meno, il nostro obiettivo diventa la ricerca di un nuovo ordine. Funziona anche quando uno scrive e vuole farsi pubblicare. Ordine: la vita normale. Disordine: nasce una nuova storia che con le emozioni della sua composizione, getta scompiglio nell'ordine precedente. Ricerca del nuovo ordine: bisoga dare "realizzazione" alla storia e riuscire a pubblicarla sarebbe la giusta sublimazione di questo sforzo, sarebbe la realizzazione di un nuovo ordine, dove tutte le tessere del puzzle vanno ai propri posti.
Nel romanzo It, uno dei protagonisti vive una vita priva di ordine a causa di una forte balbuzie. Per ripristinare l'ordine, si affida a una specie di mantra: continua a ripetersi...


Stanno stretti sotto i letti
sette spettri a denti stretti


Seguire una procedura aiuta a convivere con il disordine e ci porta a tendere verso un nuovo ordine. Per questo l'efficace scrittura creativa deve essere disciplinata. L'adozione di un "modulo", di un metodo, ci serve navigare attraverso il caos. Scrivo, stampo, correggo, riscrivo. Per il momento il metodo è questo. E cerco di non guardare, non pensare a quello che potrebbe accadere domani: le scelte, le possibilità, portano scompiglio nell'ordine precostituito e a volte il nuovo ordine, fa paura. E allora scrivo, stampo, correggo e riscrivo.



A denti stretti.

martedì 20 gennaio 2009

Everybody dance, now!

Non ce la faccio.
Io non sono una di quelle persone che riesce a rimanere "immobile". Io continuo a muovermi, a pensare, ideare. A sognare. A volte pure troppo. Ci sono davvero molte cose che vorrei fare o che almeno vorrei provare.
Una cosa che ho imparato è che se c'è poco tempo perfare quello che vorrei, di sicuro non serve a niente lamentarsi di non avere tempo. Voglio scrivere? Voglio davvero? Allora il tempo deve saltare fuori. Punto. Basta lamentarsi, è il caso di darsi da fare. Basta compiangere eventuali fallimenti. Come dice il nonno di Igor - buon'anima - in Frankenstein Junior di Mel Brooks...


Se la sorte è stata amara
e mancato t'è il successo,
smetti di far castelli in aria
e vai a piangere sul...


Quindi, se voglio fare, basta indugi. Sotto! Per carità, va tutto bene, eh! Anzi, va così bene che sto cercando di essere grato ogni singola mattina.


Grato per quello che ho e per quello che avrò.


Così grato che mi vien voglia di fare la danza. Proprio come Ewan e Dio.


http://www.youtube.com/watch?v=z2eMuOUzEuU

giovedì 8 gennaio 2009

Metti un Chris a Roma...

Si va a Roma. Legame Doppio approda nella Capitale e si rivolge alla Città Eterna facendo l'occhiolino soprattutto alla sua natura di "Capitale del Cinema Italiano".



 

Eh, già!

 

I bravissimi ragazzi di Baseluna Film sono riusciti a far partecipare il Booktrailer di Legame Doppio (e anche il gustosissimo filmato di backstage) a un festival di cortometraggi (uno dei più importanti!). E l'organizzazione ci ha voluti (loro Baselunici ed io, in veste di autore del romanzo) come ospiti.

Domenica 11 gennaio, intorno alle 22,00 la serata di proiezione dei cortometraggi al Lian Club (in via degli Enotri) vedrà la presentazione di Legame Doppio. Graziano Molteni, regista di Baseluna introdurrà il booktrailer e parlerà della sua realizzazione, mentre io mi occuperò di parlare di questo romanzo meneghino in quel de Roma. Aho!

 

Mi faccio una bella sfacchinata: parto dal paesello e mi faccio un'ora di treno (domenica), poi calo sempre in treno fino all'Urbe. Ceno. Presento. Dormo in un alberghetto coi sorci. M'arzo presto (scusate, sto imparando un po' di dizione locale) riprendo er treno e vado a lavorare in redazione ('tacci loro...!). Poi a sera prendo nuovamente il treno e vado a stramazzare tra le braccia della consorte (la Faraona) nuovamente al paesello. Perché? Pubbliche relazioni: pare che il Lian Corto Festival sia un terreno molto fertile per contatti con produttori, registi, soggettisti, attori, ecc. ecc.

 

Credevo d'aver smesso di fare il PR. Ma almeno questa volta faccio il PR per me.


...e intanto qualcuno mi ha fatto un grandissimo regalo



grazie Underworld76!