giovedì 22 gennaio 2009

A denti stretti

La mente umana ricerca la sicurezza nella routine. La normalità di cose preordinate e quindi affidabili, fornisce al nostro inconscio la sicurezza che questo giorno sarà simile al precedente e, se il precedente nessun mostro è venuto a divorarci dal buio fondo della notte, allora probabilmente ce la caveremo anche oggi. Per questo motivo l'ordine viene inconsciamente percepito come un rifugio sicuro. La simmetria, la pulizia, una sequenza ordinata di eventi sono cose "positive". Questo ha fatto sì che uno dei più efficaci - e quindi usati - meccanismi narrativi si basasse proprio sull'ordine, sulla sua distruzione e rinascita. Praticamente qualunque grande racconto si basa su questa formula. Per esempio... in Inghilterra una volta c'era un re. Poi il re cadde e il regno piombò nel caos. Infine un giovinetto estrasse la spada dei re e cominciò una nuova era. Ordine, disordine, nuovo ordine: una saga secolare. Questa formula - che ricorre nelle fiabe (non per nulla i bambini amano sentirsi raccontare sempre la stessa fiaba perché così assistono alla riaffermazione delle certezze su cui stanno costruendo la propria personalità) in realtà si ripete anche nella nostra vita. La ricerca dell'ordine è uno dei nostri obiettivi. E se questo viene meno, il nostro obiettivo diventa la ricerca di un nuovo ordine. Funziona anche quando uno scrive e vuole farsi pubblicare. Ordine: la vita normale. Disordine: nasce una nuova storia che con le emozioni della sua composizione, getta scompiglio nell'ordine precedente. Ricerca del nuovo ordine: bisoga dare "realizzazione" alla storia e riuscire a pubblicarla sarebbe la giusta sublimazione di questo sforzo, sarebbe la realizzazione di un nuovo ordine, dove tutte le tessere del puzzle vanno ai propri posti.
Nel romanzo It, uno dei protagonisti vive una vita priva di ordine a causa di una forte balbuzie. Per ripristinare l'ordine, si affida a una specie di mantra: continua a ripetersi...


Stanno stretti sotto i letti
sette spettri a denti stretti


Seguire una procedura aiuta a convivere con il disordine e ci porta a tendere verso un nuovo ordine. Per questo l'efficace scrittura creativa deve essere disciplinata. L'adozione di un "modulo", di un metodo, ci serve navigare attraverso il caos. Scrivo, stampo, correggo, riscrivo. Per il momento il metodo è questo. E cerco di non guardare, non pensare a quello che potrebbe accadere domani: le scelte, le possibilità, portano scompiglio nell'ordine precostituito e a volte il nuovo ordine, fa paura. E allora scrivo, stampo, correggo e riscrivo.



A denti stretti.

5 commenti:

  1. io sono terribilmente disordinata, penso che sia perchè dentro di me ho invece un grande "ordine", le situazioni devono essere le stesse, i cambiamenti mi spaventano, mi spaventa l'incognita, l'incertezza, non so affrontare la giornata senza avere dei punti saldi, anche se magari non mi soddisfano. allora il disordine lo tengo fuori. penso che ci debba essere un equilibrio interno tra ordine e disordine, un'armonia, per far si che il meccanismo della vita e della scrittura funzioni.
    grazie per i tuoi sempre preziosi consigli!meastro!

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  2. Ecco, infatti io sono talmente ordinato e inquadrato che molto spesso vado in crisi quando non riesco a osservare determinate procedure, che io reputo "ideali" per incanalare la mia creatività. Mi basta poco, eh. Quando si tratta di dover scrivere, ho bisogno di tutta una serie di rituali, o più che altro situazioni da ricreare affinchè mi trovi nella condizione psicologica adatta a scrivere. Che so, a volte se c'è troppo disordine in casa o sulla scrivania non riesco a scrivere! Altre volte devo necessariamente fare un giro all'aria aperta e con il sole, per poter farmi venire delle ide. Roba da analisi...

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  3. ...ma no, non da analisi. È molto comprensibile. Si tratta di un processo così delicato e coinvolgente che è proprio necessario essere a nostro agio.
    Una sola domanda... ma chi sei?
    Accidenti, perché non ti sei loggato? Quello che dici è interessante...

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  4. Ero e sono il buon Vaito!

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