martedì 31 marzo 2009

Scusa, ma quanto fai con un libro?

Mi hanno posto questa domanda l'altro giorno, mentre venivo in redazione. Perché stavo leggendo The Truth, di Terry Pratchet, un romanzo che ho riscoperto - nel senso che l'avevo cominciato e poi, non so bene per quale motivo , interrotto - su una mensola di casa. Mi ha preso così tanto che l'ho letto in bagno, in treno, in metropolitana, a casa, e anche camminando! Quindi mi hanno visto arrivare con il naso infilato nelle pagine di questo romanzo. Mi ha preso, mi ha preso molto. Non credo ci sia bisogno di raccontare quanto il romanzo sia bello, lo può testimoniare il mio modo di non riuscire a staccarmene: tanto da camminare leggendo!



E nel frattempo... be' mi dedico nuovamente a premi e concorsi. Ci sono possibilità - anche interessanti - che non possono essere ignorate. E ho vinto 100 euro in libri, essendo arrivato terzo, con il mio pulp Nailmaster 2000 al premio Orme Gialle. Molto emozionante. E ho ricevuto il commento più insolito per una mia opera: "un racconto molto schizofrenico". Devo ancora capire cosa può voler dire.


E tornando alla domanda del titolo... la risposta è stata "be', dipende dal libro".

giovedì 12 marzo 2009

Sono Felice



Be', avevo scritto un bellissimo post, entusiasta e ricco di cose interessanti, perché Sky aveva approvato un mio soggetto, un racconto noir, per farne un cortometraggio, nel senso che avrebbe prodotto un film realizzato da Baseluna basato su una storia che avevo scritto anni fa. Sarebbe stato bellissimo. Eppure quelli di Sky hanno deciso di interrompere tutto. Peccato che ormai avevano dato il via a Baseluna e che quindi questi avessero preparato la sceneggiatura, organizzato il lavoro, noleggiato le attrezzature, cercato le location, contattato i tre attori, pagato loro il biglietto aereo, cominciato a cercare le comparse, recuperato i costumi e le armi. Niente male, vero? Spero che vengano quantomeno risarciti. Peccato, era una buona occasione, sarebbe stata un'ottima voce da mettere sul mio CV di scrittore. Pazienza.
Intanto ho contattato un'importante agenzia letteraria per esplorare la possibilità di essere rappresentato da loro.
Mi chiedo quante volte si debba commettere un errore prima di imparare. Ma forse il problema non è questo, forse il problema è il mio voler sperare. Be', il risultato è stato che si sono detti molto interessati a leggere una mia opera. Se non supera le 200 cartelle mi chiedono SOLO 350 euro. Se invece supera le 200 cartelle, allora la cifra sale a 700 euro (logico, no? se ho scritto una cosa da 201 cartelle pago 350 euro in più! 350 per 1800 caratteri, devono essere parole davvero bellissime per valere una cifra simile). Ah, ma per carità, che non sia di più di 400 cartelle, eh! Manoscritti di più di 400 cartelle non verranno letti! Santo cielo, per una cifra del genere questi signori potrebbero anche sprecarsi a leggere quelle cartelle in più, no? Vabbe'... Questo post avrebbe dovuto intitolarsi I Don't Give a Damn. Era questo il titolo a cui pensavo mentre scendevo a Lecco in auto. Ma la verità è un'altra. Nonostante tutto, le piccole cose di ieri sera e di questa mattina mi hanno fatto realizzare una cosa importante, una cosa che ho scelto come titolo di questo post e di questa giornata.

giovedì 5 marzo 2009

Viaggio in Fondo alle Stelle

Settimana scorsa sono andato assieme a http://snipurl.com/d4vpi a Cuneo, per assistere alla presentazione di Simona Gervasone e del suo romanzo Erszébeth Bàthory - Sangue e Perfezione di Edizioni 0111.
Di fronte alla libreria c'era una bancarella che vendeva libri usati... quando ho visto il vascone con i vecchi Urania non ho saputo resistere: 1 euro a libro. Ne ho comperati 4.


Anni fa, ad Arluno, a casa di una mia zia (MOLTI anni fa, erano gli anni '80), in un garage polveroso ricolmo di oggetti misteriosi e abbandonati, con una vecchia auto coperta da un telo odoroso di olio e umido, mi sono imbattuto in uno scaffale ingombro di strani libretti dalla copertina bianca. Le pagine ingiallite, la carta che profumava di museo e biblioteca, ogni libro presentava un'illustrazione inscritta in una finestra circolare, un oblò. Un oblò come potevano - dovevano - esistere sulla fiancate delle astronavi che poi avrebbero pervaso le mie fantasie. Erano volumi della serie Urania. Erano a decine. Erano misteriosi come mappe sconosciute, attraenti come solo dei libri contenenti avventure e imprese possono esserlo agli occhi di un quattordicenne.
Erano il futuro, scritto da menti sognanti, diffuso dalla misteriosa Urania, dispensatrice di storie terribili e meravigliose, profetiche, catastrofiche, affascinanti e paurose. Parlavano di mutanti, alieni, città in fiamme, palazzi di cristallo, volti enigmatici, mondo inesplorati.


Dopo aver riferito la mia scoperta, mia zia mi ha comunicato che avrei potuto prenderne quanti volevo. Mio padre, mentore e guida nelle mie letture (grazie a lui ho scoperto la Cimmeria e Zamora, il Baxter Building e Asgard, Vulcano e i Klingon) mi ha invitato con entusiasmo a sceglierne qualcuno. E così ho fatto. Scegliendo in base ai titoli, alle illustrazioni. Era come aver scoperto una caverna del tesoro, uno scrigno. Quei titoli sono ora incisi nei miei ricordi
- 44 Storie di Microfantascienza
- Sam Space Spazio-Investigatore
- I Terroristi del Big Bang
- Tre Millimetri al Giorno
- I Sopravvissuti del Wyoming
- Berserker!
- Camminavano come Noi
- Viaggio in Fondo alle Stelle

Da allora, ogni due-tre mesi, avrei prelevato da quel tesoro esotico due-tre volumi. Cibo per la mia mente avida di visioni.


Febbraio 2009, Cuneo. Una fitta di mal di testa mi impedisce di godermi il momento, ma presto viene messa da parte perché, sulla bancarella, eccolo... proprio lui: Viaggio in Fondo alle Stelle, di John Maddox Roberts. Un'avventura spaziale, una space opera, un viaggio alla scoperta di mondi alieni, flotte robotiche, vascelli abbandonati e i misteri del cosmo. Quando l'avevo letto la prima volta aveva spalancato le porte dell'esplorazione spaziale alla mia fantasia, facendomi precipitare su mondi da sogno e terribili. La mia adolescenza non è stata più la stessa. La mia fantasia non è stata più la stessa. Tutto era ora possibile.
L'ho comperato, l'ho riletto d'un soffio. Ora ho potuto valutare meglio l'intreccio e lo sviluppo. Certo, ora conosco e riconosco i problemi che la sua ingenua narrazione incontra e presenta, i meccanismi semplici - quasi banali - di un modo di scrivere molto pulp, nel senso di veloce, popolare, adatto a essere letto in treno, a casa, ottimo per un libro da tenere in tasca. Che bello... è un libro che viene da un mondo in cui questa fantascienza sognante, evocativa di un futuro ricco di possibilità, aveva un vasto pubblico. Erano gli anni in cui negli Stati Uniti usciva la rivista Omni, da noi conosciuta come Futura. Il tempo in cui Ai Confini della Realtà imperversava in televisione, Stephen King e Asimov scrivevano su Playboy racconti adulti, maturi... un'epoca ruggente per la Science Fiction.




Grazie John, mi hai permesso di volare sulle tue navi, allora. E mi hai dato un altro passaggio oggi. Anche io ho fatto il mio Viaggio in Fondo alle Stelle. E ho riassaporato i sogni di allora.